Talvolta può succedere di imbattersi in qualcuno capace di mostrarti in modo così ampio e dettagliato quanto spesso, la capacità intellettuale possa essere appena percettibile, ossia praticamente assente. E’ strano come ancora io resti sbalordita nell’ascoltare parole senza un senso logico e fondamenta valide. Parole che non hanno ne’ un inizio, ne’ una fine, ma la cosa peggiore è che dopo averle ascoltate non so se ridere o piangere. Sono sempre stata dell’opinione che la bellezza del mondo è proprio il suo essere vario, mai banale e scontato, mai ripetitivo e che a dar colore ad esso sia proprio la diversità che ci contraddistingue. Tuttavia, ultimamente i colori che sta assumendo non mi piacciono molto. Parole cariche di stupidità, di convinzione e di presunzione. Persone che si auto eleggono superiori e per mostrare la loro “presunta” superiorità sono pronti a tutto. Menti meccaniche, che seguono la massa, prive di personalità e di valori.
Io non so dove questo mondo si stia dirigendo, ma credetemi se vi dico che nel vedere tutto questo mi dispiaccio e resto senza parole. Ho sempre pensato che ognuno di noi vanta il diritto di scegliere chi e come essere, ma a tutto c’è un limite che non andrebbe mai superato. Quando i tuoi valori, le tue qualità le ostenti all’inverosimile, cercando di convincere chiunque tu abbia di fronte di quanto tu sia “Impeccabile”, concedimi il beneficio del dubbio e quasi la certezza, che per me TU… Hai troppo da DIRE e ben poco da DIMOSTRARE!
𝑺𝒊𝒍𝒗𝒊𝒂 𝑵𝒆𝒍𝒍𝒊 ©
Il problema dell’omologazione, della serialità del pensiero, è talmente peculiare di quest’epoca che mi viene quasi il dubbio che non si tratti affatto di un problema; temo, cioè, che si tratti di una “nuova umanità”, ben lontana però da quella prefigurata da Friedrich Nietzsche, sublimantesi nell’arte e nel profondo pensare. Si sta invece rafforzando proprio ciò a cui Nietzsche voleva contrapporre quel suo “oltreuomo; si sta manifestando, cioè, in tutta la sua forza, quella massificazione e standardizzazione del pensiero, già palesatasi in embrione nel fine ‘800, alla stregua di un esercito di funzionari che si esprimono con un linguaggio che va oltre il senso più vero dell’individuo, che va oltre l’individualità stessa, inglobandosi in un “individualismo” che, in realtà, è solo un “modello di individuo”, e, come tale, paradossalmente “sovraindividuale”. Ho cercato di esprimere questo concetto più ampiamente nel mio recente libro “L’uomo e la sua ombra”, in cui cerco di affermare la necessità di un nuovo “umanesimo”. E’ un libro che potrebbe interessarla. Non gliene rendo conto per un fatto pubblicitario – non vivo di queste cose – ma solo ed esclusivamente come confronto ed eventuale condivisione di tematiche umane contemporanee.
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